Antitrust e ART bocciano i decreti Salvini sugli Ncc: stritolano la libertà di impresa

Antitrust e ART bocciano i decreti Salvini sugli Ncc: stritolano la libertà di impresa

Il documento arriva a pochi giorni dall’incontro, fissato per lunedì 17 giugno, tra il ministro dei Trasporti Matteo Salvini e una parte delle sigle sindacali delle auto bianche, preoccupati per una riforma ritenuta penalizzante per le auto bianche

di Flavia Landolfi e Vittorio Nuti

Cinque profili critici in grado di alterare la concorrenza. E messi nero su bianco dall’Antitrust e dall’Autorità di regolazione dei trasporti in un parere congiunto che il Sole 24 Ore è in grado di anticipare. Nel mirino il pacchetto Salvini, la riforma del noleggio con conducente che sta agitando il settore del trasporto non di linea, a partire dai taxi per finire ai diretti interessati, il popolo delle “auto nere”. Il parere congiunto protocollato l’11 giugno snocciola in 15 pagine le osservazioni delle Authority. A cominciare dal tempo minimo di attesa (waiting time), l’obbligo per gli autisti Ncc di attendere almeno 30 minuti dalla prenotazione prima di effettuare un servizio di trasporto. Per Antitrust e Art si tratta di una prescrizone che «ostacola ingiustificatamente l’esercizio dell’attività d’impresa oltre a depontenziare l’utilità delle app di intermediazione tra domanda e offerta».

Le nuove disposizioni in cantiere rappresentano «un discriminatorio e ingiustificato aggravio per gli esercenti il servizio Ncc» che «sembrano proteggere unicamente l’interesse economico degli esercenti i servizi taxi», mentre «motivi di interesse generale quali la corretta gestione del trasporto, del traffico e del rispetto dell’ambiente sembrano invece essere sacrificati». Le nuove norme previste dalle bozze dei “decreti Salvini” farebbero diminuire ulteriormente «la già carente offerta di servizi di trasporto pubblico locale, con conseguenze tangibili sulle condizioni del traffico e dell’ambiente.

Confronto tra servizi impossibile per i consumatori

Un altro rilevo che emerge dal documento firmato congiuntamente dal presidente Antitrust Roberto Rustichelli e dal presidente Art Nicola Zaccheo riguarda l’obbligo per gli utenti – prima di inviare tramite app una richiesta di servizio di trasporto e prima di ricevere una stima dei tempi di arrivo della vettura e del corrispettivo della corsa – di scegliere se utilizzare il servizio taxi o il servizio Ncc. Il rischio, segnalano le due Authority, è «l’impossibilità di confrontare la qualità e convenienza dei due servizi a danno dei consumatori». Non solo: per come è scritta, la bozza del Dpcm che disciplina le “piattaforme tecnologiche di intermediazione tra domanda e offerta di autoservizi pubblici non di linea” rende difficile, se non impossibile, la «verifica da parte degli enti territoriali del corretto assolvimento degli obblighi di servizio pubblico», non prevedendo norme ad hoc in materia. La lacuna è resa ancora più grave dal fatto che la bozza di Dpcm pone «importanti limitazioni alla tipologia di dati, anche statistici, presenti negli archivi dei vettori e dei contratti e raccolti dalle piattaforme tecnologiche ai quali possono accedere gli enti che esercitano funzioni istituzionali nel settore, compromettendo lo svolgimento delle funzioni ad essi attribuite». Una ulteriore criticità riguarda la mancata previsione di «norme volte a tutelare la libertà di prestazione dei servizi da parte dei diversi operatori nell’utilizzo delle piattaforme stesse».

Ritardo di anni per il Registro Nazionale

Un ulteriore rilevo riguarda uno dei “nodi” principali del contrasto – in corso da anni – tra operatori e sigle Ncc e il ministero di Porta Pia: la «perdurante mancata adozione del registro pubblico nazionale delle imprese che erogano il servizio di taxi e Ncc», il cosiddetto “Registro Nazionale” (oggetto di un Dm che fa parte del “pacchetto Salvini”) previsto da una legge del 2019 ma mai adottato, fatto che «ingiustificatamente blocca ormai da diversi anni l’emissione di nuove autorizzazioni Ncc». «Sotto il profilo concorrenziale» lo stop alle nuove licenze, che doveva essere «solo temporaneo», sottolineano Agcm e Art, «risulta particolarmente restrittivo e dannoso in quanto impedisce ingiustificatamente e sine die l’ingresso sul mercato di nuovi Ncc e non consente di colmare la strutturale insufficienza dell’offerta di servizi di trasporto pubblico locale non di linea di far fronte alla crescente domanda di tali servizi». Il “combinato disposto” tra blocco di nuove licenze Ncc e la mancata pubblicazione di bandi pubblici per l’emissione di nuove licenze taxi da parte dei Comuni contribuisce «a paralizzare il necessario adeguamento dell’offerta di servizi di trasporto pubblico locale, considerato che una parte significativa di essi rimane costantemente insoddisfatta e che tale situazione è destinata a esacerbarsi a fronte di futuri ed ingenti incrementi della domanda».

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stralcio da www.ilsole24ore.com

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